Spiagge:
Heronissos, Platis Ialos, Camares, Dialiscari o Pulati, Faros, Vathi, Apocoftos
Località interessanti da visitare
APOLLONIA / ARTEMONAS / KAMARES / KASTRO / PLATIS IALOS / FAROS / VATHI
Sifnos è grande come Sèrifos (74 kmq) cui è vicinissima. Facevano entrambe parte della catena montuosa sconvolta da terremoti milioni di anni fa. Del cataclisma, oggi affiorano dall’acqua le cime: le Cicladi Occidentali. La popolazione si dedica all’agricoltura, la pesca, il turismo e lo sfruttamento delle miniere di scisto, marmo, granito e calcare.
Il capoluogo è Apollònia, naturalmente nell’interno dell’isola. L’isola è montuosa con cime alte fino a 680 mt e con molte valli fertili incastrate tra i monti. Tramite il porto di Platis Gialòs è collegata col Pireo e le altre Cicladi.
Sifnos dispone di una discreta rete stradale e di buone strutture turistiche che garantiscono una tranquilla vacanza. Uno degli aspetti che più colpisce a Sifnos, è il grande numero di chiese esistenti nell’isola, anche se tante sono state distrutte.
Il capoluogo Apollònia è costruito ad anfiteatro su tre collinette nell’interno dell’isola. Strette stradine lastricate con i bordi imbiancati, belle case padronali (“archontikà“) e case bianchissime salgono verso la cima offrendo uno stupendo panorama a chi viene da Kamàres, il porto d’arrivo a Sifnos.
Da questo altipiano si gode un panorama davvero unico che non si trova in nessun’altra isola delle Cicladi. La vista copre tutta la valle sottostante con i suoi oliveti, piena di piccoli villaggi bianchissimi quasi attaccati l’uno all’altro per spaziare nel blu del mare Egeo fino alle coste delle isole vicine.
Nel capoluogo si può visitare una collezione di materiale etnologico nel locale museo oltre alle belle Chiese di Aghios Sòzon, del Salvatore e della Panaghià Uranofòra, con ammirevoli iconostasi ed icone.
A soli 1,5 km si trova il pittoresco villaggio di Artèmonas con pittoreschi mulini a vento. Da qui un sentiero porta a Kàstro con i resti del castello costruito su di una rupe affacciata sul mare, da dove è possibile godere una stupenda vista.
Qui sono state trovate tracce di insediamenti di età preistorica. Kàstro è stata il capoluogo dell’isola fino al 1836. Dentro il castello si conservano ancora le Chiese di Aghia Eleoussa, di Kimissis, di Aghia Ekaterini, di Aghios Dimitrios, di Aghi Sarànta e la Chiesa Cattolica di Aghios Antonios di Padova con la sua piccola collezione archeologica. A Seràlia, a sud di Kàstro si trovano i resti degli impianti portuali medievali.
Da qui verso Apollònia troviamo i villaggi di Exàbela (sei vigne) con il vicino Monastero della Vrissi del XVI secolo,Kàto Pètali con il Monastero del Crisostomo del 1550.
Ed ancora: Katàvati con la Chiesa di Aghios Andreas sulla cima dell’omonima collina dove sono stati trovati reperti preistorici. A sud del capoluogo, nel Golfo di Fàros si trova il Monastero della Panaghià Chrissopighì (Sorgente d’oro) protettrice dell’isola del XVII secolo. Nell’interno dell’isola su di una cima cui ci si arriva a piedi, c’è il grande Monastero di Profitis Ilias con una cinta fortificata, del XII secolo ed una iconostasi in marmo scolpito del XII secolo.
Molto pittoreschi si presentano gli abitati di Platis Gialòs verso sud e Vathy, dove troviamo di laboratori di ceramica, un’arte praticata nell’isola da secoli. Dal porto di Kamàres partono i battelli per visitare varie località e spiagge non facilmente raggiungibili dalla strada.
Una bellissima spiaggia si trova a Fàros, solo 6 km da Apollònia, con acque cristalline e poco profonde. Sifnos è caratterizzata dal gran numero di chiese e monasteri; costruzioni imponenti che sovrastano le case bianche o località impervie offendo un panorama particolarmente suggestivo e mistico.
I primi abitanti dell’isola furono i Carei che la chiamarono anche Akys o Meropìa seguiti dai Fenici. Entrambi, sfruttando le ricche miniere d’oro e d’argento portarono enormi ricchezze e contribuirono ad un importante sviluppo.
Questa ricchezza si evidenzia con la “Tesoreria”, dedicata ad Apollo e costruita nel 6° secolo a.C. a Delfi per conservare le offerte votive. I Minoici che seguirono la chiamarono Minoa. Gli Ioni la presero intorno l’anno 1000 a.C. contribuendo al suo fiorente sviluppo.
Membro attivo della Lega Ateniese, partecipò alle guerre contro i Persiani.
L’improvvisa sparizione delle miniere (non si sa se esaurite o inghiottite dal mare) resero gli abitanti poveri segnando così un inarrestabile declino.
Poco o niente si conosce del periodo Romano. Durante la dominazione dei Bizantini faceva parte del Tema dell’Egeo fino il 1207 quando il Veneziano Marco Sanudo la conquistò.
Dopo averla incorporata nel proprio Ducato di Nàxos, riuscì a tenerla fino al 1269; fu ripresa dai Bizantini per poi lasciarla ad Antonio Coronia.
In seguito fu sotto il dominio di altre famiglie Italiane.
Nonostante il devastante saccheggio subìto dal pirata Barbarossa, la famiglia Gozzadino riuscì a mantenerne il possesso fino al 1617, quando fu presa dai Turchi.
Fu annessa alla Grecia nel 1821 duranta la rivoluzione.