Spiagge:
Monolithos, Perissa, Cape Columbo, Vourvoulou , Paradise, Kamari, Spiagga Rossa
Località da visitare
ERMOUPOLI / ANO SYROS / VARI / GALISSAS
Thira o Santorini si distingue dalle altre isole Cicladiche per la sua morfologia geologica dovuta agli sconvolgimenti tellurici provocati dal vulcano. La sua forma odierna è quel che è rimasto dopo lo sprofondamento della caldera del vulcano, che lasciò emergere solo le punte più alte, ossia l’isola di Thira, diThirassia, la Nea e la Vecchia Kameni e Aspronissi.
L’isola è situata nella parte meridionale delle Cicladi, tra Ios ed Anafi con una superficie di 76 kmq. Dista dal Pireo 200 miglia marine ed è collegata ogni giorno via nave. Durante l’estate ci sono parecchi collegamenti anche con le altre isole e Creta. E’ collegata via aera anche con Mykonos, Rodi e Creta, oltre ai voli di linea regolari tutto l’anno con Atene.
Il capoluogo è Phirà ed il suo porto principale e Athiniòs. La maggior parte del suolo è ricoperto di materiale vulcanico con la parte Occidentale ripida e rocciosa mentre in quella Orientale troviamo una grande e fertile pianura. All’interno la massa montuosa di Profitis Ilias arriva a 565 m.t.
La particolarità dell’ambiente e dell’architettura delle case, la ricchezza dei monumenti e l’indiscutibile fascino del paesaggio, hanno fatto di Santorini la meta di una massa turistica enorme che durante l’estate, malgrado le buone strutture, causa non pochi problemi.
Nonostante tutto, l’isola ha mantenuto il suo aspetto pittoresco permettendo sia un soggiorno tranquillo che una vacanza mondana. Phira è costruita ad anfiteatro nella parte occidentale, all’estremità della caldera del vulcano che sprofondò durante l’eruzione del 1500.
E’ collegata con il sottostante porto, Baia di Phira, tramite una strada serpeggiante fatta da grandi scalini e con la moderna teleferica che offre un meraviglioso panorama verso il mare e la costa rocciosa.
Le case di Phira hanno un’architettura particolare. Sono piccole, bianche dagli intonaci greggi per riflettere i raggi del sole, tetti a cupola (Tholi) e tante piccole finestre.
Tra loro si trovano diversi “Archontikà” (case padronali) con i loro belli cortili. In mezzo spiccano le cupole multicolori delle chiese. Vicino al Museo Archeologico si trova il convento dei Domenicani con il suo centro culturale e la scuola di tessitura.
Accanto c’è la Metropolis (Cattedrale) Cattolica mentre quella Ortodossa si trova dall’altra parte.
A Nord di Phira, a Imerovigli, dove prima abitavano le famiglie nobili, vengono conservati interessanti resti di vecchie dimore signorili ed il Monastero di Aghios Nikolaos fondato nel 1674. Più lontano, a Skaros, si trovava il Castello Veneziano più importante dell’isola.
Qui si trovava anche il capoluogo medievale che cominciò ad essere abbandonato agli inizi del XVII secolo fino quando nel 1811 fu definitivamente trasferito a Phirà.
Dall’Ormos Phiròn (Baia di Phirà) si può visitare il vulcano dell’ isola Nea Kameni dove la natura è morta ed il suolo caldo mentre dal vulcano esce ancora zolfo e aria calda. Sorgenti calde si trovano anche nella Paleà Kameni.
All’estremità meridionale dell’isola, vicino all’odierno villaggio di Akrotiri si trova la città di preistorica di Thira. Gli scavi iniziati nel 1967 e tutt’oggi in attivo, hanno portato alla luce una intera città con case, strade, piazze, botteghe che venne sepolta a causa dell’eruzione del 1500 a.C. dal materiale vulcanico. Tra i reperti ritrovati si notano le ceramiche, strumenti ed utensili in pietra e bronzo, miniature ed altro. Di eccezionale interesse sono gli affreschi le cui rappresentazioni e stile dimostrano un alto grado artistico e culturale. La maggior parte di essi è ora esposto al Museo Archeologico di Atene.
Sul sito degli scavi si possono visitare i complessi delle case rinvenute. A 15 km si trova il villaggio che i Veneziani chiamavano “La Ponte” e dove avevano costruito una lastra possente fortezza di cui si conservano i resti sulla bassa collina. All’estremità settentrionale del paese di Goulas si trova una torre quadrata costruita durante l’occupazione Turca per proteggere il patrimonio del Monastero di Aghios Ioannis di Patmo. Da qui si arriva all’immensa spiaggia sabbiosa di Perissa. Un sentiero conduce a Messa Vounò dove era situata l’antica Thira. Qui si arriva anche da Kamari e da Pyrgos.
Gli scavi hanno rinvenuto l’Agorà, un Temenos, Templi, il Teatro, Il Ginnasio, edifici pubblici e privati della città. Divenuta capoluogo dell’isola nel VIII secolo, continuò ad essere abitata fino al I secolo a.C.
Tra i reperti più importanti spicca un idolo dell’età arcaica, trovato integro ed importanti ceramiche. Nel sito archeologico si trovano anche le Chiese di Aghios Stefanos sulle rovine di una precedente Basilica proto-cristiana e dell’Evanghelismòs (Annunciazione). Sotto Messa Vounò c’è il Monastero di Pèrissa del XIX secolo. A Sud di Phirà (4 km) incontriamo il paese di Messarià con le sue vecchie case signorili e poco lontano Vòthonas con pittoresche case e le Chiesa della Panaghia a Trypa (Madonna nel Buco) scolpita nella roccia e della Aghia Anna.
A Sud Est del capoluogo troviamo Exo Gonià e Messa Gonia con la chiesa Bizantina del XI secolo con preziose icone ed affreschi di valore. Vicino (1,5 km ) si trova il paese di Pyrgos con pittoresche case costruite ad anfiteatro sulle pendici.
Nel medioevo il paese era fortificato con una fortezza simile a quelle di Sifnos e di Kimolos con le case che costituivano la cinta esterna delle mura mentre sulla cima si trovava la fortezza, (Kastelli), che si conserva in discrete condizioni. Qui troviamo la Chiesa Bizantina Theotokaki del X secolo.
Da Pyrgos si può salire sul Monastero di Profitis Ilias del XVIII secolo con tanti cimeli sacri, la Scuola di Agiografia ed il piccolo Museo Etnografico.
Una deviazione sulla strada principale conduce a Megalochòri dove sono i ruderi di un piccolo tempio del III secolo a.C. nonché le chiese dell’Issodia della Theotokos, di Aghii Anargiri e di Aghios Nikolaos Marmaritis.
A Sud-Est di Phirà si trova Monolithos, un paesino sereno. Nella parte Nord-Occidentale dell’isola si trova Ia (10 km), un’abitato tradizionale tra i meglio conservati dell’isola. Ha case bianche o con colori vivaci, cupole e cortili e “Archontikà” (Case padronali) dal fascino particolare. Poco lontano c’è Finikias, anche questo un villaggio tradizionale è molto pittoresco. Di fronte alla costa si trova l’isola di Thirasia, raggiungibile con piccoli battelli dal porto sottostante. Una stradina fatta di gradini conduce al villaggio con le sue piccole casette e la bellezza che solo un posto ancora incontaminato dalla civiltà di massa può offrire.
Santorini – Antiche rovine
Nell’antichità l’isola si chiamava Stronghilli (Rotonda). Forse per la forma una volta rotonda, ma era nota anche come Kallisti (Bellissima).
Secondo gli storici furono i Fenici ad abitarla per primi. I reperti ritrovati confermano l’esistenza di insediamenti già nella preistoria, in particolare durante il periodo proto-cicladico (3200-3000 a.C.). Gli scavi di Akrotiri dimostrarono che l’isola fu fiorente anche nel periodo che seguì (2000-1550 a.C.). Fino alla decadenza a causa della catastrofica eruzione del vulcano nel 1500 a.C.
La vita nell’isola continuò come dimostrano gli scavi a Monòlithos fino al XIII secolo a.C. Nell’anno 100 si stabilirono i Dori che la chiamarono Thira dal nome del loro capo.
In passato il capoluogo si trovava a Messa Vounò. Furono instaurati rapporti commerciali con Cipro, Creta, Milos, Paros, Rodi Attica, Corinto. Venne fondata una colonia in Cirene e coniata una propria moneta nel VI secolo. Negli anni successivi, l’isola rimase legata a Sparta fino il 426 quando divenne membro della lega Ateniese. Grazie alla posizione strategica durante l’epoca Ellenistica diventò base della flotta dei Tolomei d’Egitto che costruirono il Porto di Elefsina.
Durante l’epoca Romana cominciò il declino mentre nel successivo periodo sotto Bisanzio, riacquistò la sua importanza politica e militare.
Dal 1207 fu governata da diverse famiglie tra cui i Barozzi, Crispo e Pisani. Malgrado le fortificazioni l’isola subì numerose incursioni piratesche. La più distruttiva fu quella di Khair-ad-Din Barbarossa nel 1537.
Successivamente per un breve periodo, fu concessa a Giuseppe Nasi ma nel 1579 passò ai Turchi.
L’occupazione Latina influenzò moltissimo l’amministrazione politica ed economica e gli abitanti, che in tanti si convertirono al Cattolicesimo. Durante il XIX secolo la marineria mercantile toccò il suo apice. Durante la lotta contro i Turchi nel 1821 fornì insieme a Spetses ed Idra il maggiore numero di navi.